IL DIRITTO ALLA MATERNITÀ È SOLO UNO SLOGAN?

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IL DIRITTO ALLA MATERNITÀ È SOLO UNO SLOGAN?

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Giovedì 28 dicembre 2023 i Sindacati scuola si sono incontrati con il Ministero dell’Istruzione per discutere sui contratti di lavoro del personale ATA assunto ai fini dell’implementazione dell’Agenda Sud e del Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il Dott. Jacopo Greco ha comunicato in apertura il numero dei contratti conferiti dalle scuole, in tutto circa 9.000, di cui 5.739 sono stati attribuiti ai collaboratori scolastici e 3.166 agli assistenti.

Il tavolo si è chiuso con la certezza che ci sarebbe stata una proroga per tutti, con decorrenza dal 1 gennaio 2024 (le molte perplessità riguardavano la gestione amministrativo-contabile dei contratti e le relative scadenze, che avrebbero avuto una diversificazione “cronologica” come risulta dalle prime indicazioni diramate dal Ministero alle scuole nota 3919 del 28 dicembre 2023 e relativo allegato).

Nello specifico abbiamo avuto contezza che per i collaboratori scolastici, la copertura finanziaria, contenuta nella legge di bilancio 2024, aveva disposto la proroga fino 15 aprile 2024. Pertanto il relativo pagamento degli stipendi e l’eventuale sostituzione dei colleghi assenti avrebbe seguito le consuete procedure.

Il Ministero in quel tavolo aveva garantito che avrebbe inviato successive comunicazioni alle Scuole, indicando per i contratti dei collaboratori scolastici stipulati nell’ambito “dell’organico PNRR” e “Agenda Sud” le risorse finanziarie assegnate a ciascuna scuola e le ulteriori indicazioni tecniche e le modalità operative per la stipula delle proroghe.

In barba a quanto sbandierato continuamente dal governo e dagli esponenti di maggioranza, alle note con cui il MIM esorta alla partecipazione di docenti e alunni agli stati generali della natività, l’illustre Dirigente Scolastica di un istituto della provincia di Frosinone, che si fregia dell’onorifico titolo di cavaliere del lavoro, non ha rinnovato il contratto, stipulato grazie ai fondi PNRR ad una giovane collaboratrice scolastica in maternità difficile. Quando la lavoratrice, i primi giorni di gennaio ha chiesto spiegazioni in merito, è stata, in un primo momento rassicurata e successivamente le in seguito alla mancanza risposta di organismi non meglio definiti  non le avrebbero rinnovato il contratto e che quindi poteva considerarsi “libera” di accettare nuove proposte. Sconvolta dal repentino cambio di informazioni ricevute, si è rivolta alla nostra organizzazione sindacale.

Come di consueto, abbiamo provato a contattare per le vie brevi il Dirigente, per sincerarci delle intenzioni, alla luce del fatto che risultava, il suo provvedimento unico, forse a livello nazionale. Il Dirigente ha dato anche a noi la stessa risposta, nonostante i nostri vani tentativi di addivenire ad una pacifica e positiva risoluzione della questione.

Esprimiamo tutto il nostro dissenso nei confronti di una risposta così poco rispettosa e lungimirante, fatta da una istituzione scolastica che in questo periodo è in corsa per le iscrizioni e che contestualmente mette i bastoni tra le ruote a chi sta faticosamente cercando di mettere al mondo un futuro alunno… una istituzione che non ha tenuto conto del già precario stato emotivo della lavoratrice in stato di maternità a rischio, una istituzione statale che non garantisce la tutela della maternità…

Soffermiamo tristemente la nostra riflessione: non si è voluto tener conto neppure del fatto che la lavoratrice ad oggi non riesce ad avere un nuovo contratto perché risulta legata, come abbiamo appreso da una ulteriore istituzione scolastica che avrebbe voluto farle sottoscrivere un nuovo contratto.

 I suoi diritti di lavoratrice in maternità sono stati rispettati? Facciamo presente che questo giochino costerà caro alla lavoratrice nostra iscritta, che rischia di non potersi iscrivere alla graduatoria dei 24 mesi, l’unica graduatoria che permette la stipula di contratti a tempo determinato, non percepisce retribuzione e contribuzione per questo periodo e che non le sarà riconosciuto neanche ai fini dell’indennità di disoccupazione.

Quale è stata la grande tutela che si è voluto rappresentare a nome e per conto dello Stato italiano? Non è anche questa lavoratrice, cittadina italiana, detentrice di diritti o deve sentirsi, perché li sta rivendicando, alla stregua dei peggiori delinquenti di questo mondo?

Senza parole, questo è il giusto commento.

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