Il 21 maggio 202 è stata pubblicata l’attesissima sentenza della Corte di Cassazione in merito alla questione del recupero dell’anno 2013 ai fini della progressione di carriera del personale della scuola.
Secondo i giudici le disposizioni normative in vigore escludono la possibilità che l’anno 2013 possa valere ai fini dell’inserimento nelle fasce stipendiali successive. L’anno in questione resta comunque valido ai fini giuridici con riferimento ai diversi istituti come la mobilità, la continuità, la partecipazione ai concorsi…
Alla luce di questa sentenza risulta impedita la possibilità di prosecuzione dell’azione legale volta al recupero del 2013.
Come ricordato più volte il blocco dell’anno 2013 risale ad un intervento legislativo di più di un decennio fa del Governo Berlusconi-Tremonti (legge 122/2010 e legge 111/2011) ed è frutto di una stagione contrassegnata da accordi separati che la FLC CGIL – unica fra i sindacati rappresentativi – non ha sottoscritto, tanto che in tutti questi anni abbiamo sempre denunciato l’ingiustizia subita dai lavoratori derivante dall’allungamento per legge della carriera e rivendicato in tutte le sedi il ripristino della validità del 2013.
La FLC CGIL, con la propria azione vertenziale, arrivò a sollevare la questione della legittimità della norma davanti alla Corte Costituzionale che però all’epoca, in una fase di grave crisi del paese, ritenne prevalenti le ragioni di contenimento della spesa rispetto a quelle dei lavoratori. Motivazioni confermate a distanza di 10 anni dalla Corte di Cassazione con la sentenza del 21 maggio.
Senonché, di crisi in crisi, i lavoratori della scuola hanno continuato a pagare un prezzo salatissimo per il risanamento del paese, tanto che gli stipendi della scuola hanno subito un drastico ridimensionamento finendo per essere tra i più miseri in Italia così come a livello europeo.
Rivendicazioni salariali e contrattuali
Per queste ragioni la FLC CGIL, in tutti questi anni, non ha mai smesso di inserire nelle proprie piattaforme rivendicative, la richiesta di finanziamenti aggiuntivi per consentire ai salari del personale scolastico non solo di recuperare la validità del 2013 ai fini della carriera, dello scatto 0 – 3, dei permessi per i precari, ma anche per avere aumenti contrattuali in grado di riconoscere pienamente il valore del lavoro di docenti e Ata.
Le rivendicazioni di aumento salariale in linea con l’inflazione reale da ultimo sono presenti anche nella piattaforma con cui la FLC CGIL sta affrontando le trattative per il rinnovo del CCNL 2022/24.
Domanda: perché il Governo e Valditara, invece di profondersi continuamente, a parole, in riconoscimenti del ruolo e del prestigio sociale dei docenti non traducono in fatti le dichiarazioni di principio e non stanziano le risorse necessarie per un rinnovo del CCNL utile a recuperare il potere di acquisto perduto dai salari nel triennio 2022-2024 e l’utilità economica dell’anno 2013?